VIVERSI UN SOGNO ADDOSSO
“Neri capelli ed occhi di fata appare d’incanto fanciulla beata. Usa colori, arte e pennello per rendere sempre il tuo viso più bello. La sua magia è colorata e da tutti i bimbi è adorata, lascia un ricordo semplice e vivo perché di certo il suo nome è giulivo. Con la sua tavolozza dipinge ogni cosa, la magica mano di Luminosa.”
E’ questa la poetica descrizione del clown Luminosa che dona polvere di sogni ai più piccoli.
E mondodiluna.it si è fatta proprio incantare. Dai colori e dalle miscele, dall’arte del mondo mascherato e incipriato di una pratica che diffonde leggerezza e allegria: truccare i bambini.
Ha intervistato proprio lei, Irene Chiappara, insegnante precaria di scuola dell’infanzia a Torino, che quando vuole veste i panni di Lumi, (clown Luminosa) giullare di puerizie in giro per il paese.
La domanda è proprio un rito per chi traghetta in mondodiluna.it: chi era Irene/Lumi da bambina?
Irene/Lumi era (e forse lo e’ ancora) una bambina allegra, che aveva negli occhi un mondo di colori forti e intensi. Vengo dalla splendida Sicilia, dove basta un raggio di sole per colorare il mare, la campagna, le strade… e questi colori mi sono rimasti, forti e intensi, negli occhi e nel cuore. Amo disegnare, dipingere, colorare e mi faccio guidare da tutto ciò che dà luce alla fantasia… coloro le emozioni con gli occhi di quella bimba che mi porto dentro.
Scintille e colori al sapore di fate e cavalieri, sfumature di pirati ed eroi avventurieri… perchè ha scelto di amalgamare miscele spumeggianti e creare espressioni fantasiose sul viso dei bambini?
I bambini sono i protagonisti della fantasia e la fantasia è dei bambini. A loro basta un nonnulla per inventare storie magiche e per navigare sulle ali di un mondo incredibile. Una penna può diventare una spada, un foglio di carta un drago volante. I bambini vogliono diventare gli eroi che sognano… basti pensare ai costumi che indossano a carnevale e ciò che i grandi chiamano “maschera” per i bambini è una vera immedesimazione. E quale migliore maschera del proprio viso, che diventa quello di una tigre, di una principessa, di un pirata o di un supereroe?
Quali sono gli attrezzi che usa?
Il trucco richiede sempre attrezzature professionali, a maggior ragione se ad essere truccati sono i bambini. Ecco perché il mio consiglio è quello di usare sempre trucchi a base d’ acqua e delle migliori marche, acquistati nei negozi specializzati. In particolare, gli attrezzi che io uso per il trucco sono: pennelli, spugnette (per le sfumature) ma anche glitter (che magia quelle scintille) e… tanto divertimento. Quest’ultimo è uno strumento che serve sempre in lavori come questi: gioia e passione non devono mancare mai (e i bambini sono i primi ad accorgersene).
Perchè ai più piccoli piace il trucco? Cosa vuol dire per loro farsi truccare?
Per i bambini, il trucco sul viso è come viversi un sogno addosso. E’ per questo che mentre li trucco, parlo, canto e dialogo con loro, per avvicinare quel trucco alla fiaba che essi stanno desiderando. I bimbi non indossano una maschera, la vivono con la loro fantasia. Il trucco è per loro una vera magia, che li trasforma e li fa diventare protagonisti. Poi, un altro aspetto, che emerge soprattutto per le bambine, è la gioia che hanno di farsi ammirare, di sentirsi ancora più coccolati ed omaggiati. Nei bambini i sentimenti sono spontanei e privi di tutte quelle strutture tipiche di noi grandi, loro sono immediati e diretti: perciò la gioia di essere ammirati, che per noi può sconfinare con la vergogna, per loro diventa soltanto un magico e fantastico gioco, dove loro stessi ne sono i primi attori.
Ma piace proprio a tutti?
Sì, quasi a tutti. Molte volte, quando ho finito e sto per andar via, mi rincorrono… ho difficoltà a dire no ai bambini che ti inseguono con le lacrime perché vogliono farsi truccare. Allora una stellina, un fiorellino non riesco a negarlo e ahimè, spesso resto a truccare molte e molte ore di seguito, ma divertendomi sempre molto.
Lumi nasce come clown, anche per sostenere i piccoli più deboli e indifesi. Ci racconta la sua esperienza con l’infanzia sbucciata?
La mia scelta di fare il clown viene dalla voglia di fare prima di tutto volontariato. Poi, tra le varie forme di volontariato, ho scelto questa perché è sempre stata più vicina a ciò che emotivamente mi coinvolge di più: i bambini appunto. E tra questi, quelli che soffrono negli ospedali o nei luoghi di disagio sono ancora più indifesi degli indifesi. Sono quelli che hanno bisogno di aiuto, hanno bisogno di ciò che gli è stato rubato e strappato via: la gioia del gioco e del sorriso.
Collaboro con i clown dell’associazione onlus torinese “La Mole del Sorriso” www.lamoledelsorriso.it e con l’associazione “Un naso rosso per”, che si occupa del trasporto dei bambini con un mezzo loro dedicato: un’ambulanza speciale tutta colorata e con i clown a bordo www.unnasorossoper.org.
I bambini che ridono saranno uomini migliori domani, ne sono convinta. Ho visto bambini piangere, ho visto genitori piangere per i bimbi che piangevano, ho visto occhi dei bimbi chiedersi perché, ho visto sofferenza e, sembrerà incredibile, anche rassegnazione su visi di piccoli di 3-4 anni. Ma la gioia di ridere li ha sempre accompagnati, non li ha abbandonati mai. Indossate un naso rosso: per strada vi prenderanno per matti, ma un bambino vi dirà grazie sempre, sgranando uno dei suoi migliori sorrisi. La mia esperienza con quest’infanzia sbucciata può riassumersi proprio così: tra tutte le forme di sofferenza è quella che chiede meno di tutte, ma quella che ha più bisogno di tutte. Prima di voltare lo sguardo altrove, guardiamoci dentro, facciamo uscir fuori quel bambino che abbiamo in noi e sforziamoci per regalare un sorriso. Sempre.
E’ insegnante, portatrice di allegria e mitigatrice di sofferenza. I suoi occhi avranno visto e le sue orecchie avranno ascoltato centinaia e centinaia di bambini. Chi è l’infanzia oggi e chi sono i genitori?
Oggi l’infanzia è inevitabilmente più colpita dall’esterno, bombardata da mille informazioni, contemporanee e diverse: ciò stimola enormemente i bambini, aiutando a sviluppare più in fretta linguaggio, intelligenza e capacità percettive; ciononostante i bambini, hanno, comunque, sempre bisogno della loro fantasia e della loro creatività, che raggiunge una delle sue massime espressioni nel gioco.
Ebbene, l’evoluzione tecnologica, quella stessa che potrebbe aiutarli a crescere meglio, dà nello stesso tempo uno strumento terribile e maledettamente efficace in mano ai genitori, quei genitori (anche loro) sempre più stressati e coinvolti nel turbinio della quotidianità: la tecnologia sta sostituendo i genitori in una delle loro funzioni principali, quella del gioco, appunto. Perciò vediamo bambini abbandonati per ore davanti ai videogiochi, dove addirittura si può far giocare i figli a tennis o a calcio in modo tanto verosimile che… “perché mai dovrei portarlo agli allenamenti e poi andare a prenderlo, e poi lavarlo. Per non parlare di quanto mi sporca in casa, con quelle scarpe piene di terra poi.” L’infanzia di oggi è figlia di questa massificazione che isola, che porta alla comodità di avere un bambino inebetito davanti ad un video ma almeno così non rompe le scatole. I bambini cominciano a parlare come un videogioco e i genitori non giocano più con loro.
Lasci un messaggio ai piccoli:
Bambini, questo non è un pennarello, ma una bacchetta magica e fatata. Su questo foglio di carta può disegnare tutto ciò che vorrete… provateci, su…
Lasci un messaggio ai grandi:
Che i vostri occhi siano sempre alla stessa altezza di quella dei vostri bambini, perché allora vuol dire che siete in ginocchio a giocare con loro, tutte le volte che hanno bisogno di giocare, che gli state parlando, tutte le volte che hanno bisogno di ascoltarvi. E quando saranno grandi, allora vi sarete messi in piedi, senza accorgervene, con i vostri figli sempre accanto.
VIVERSI UN SOGNO ADDOSSO