LA CASA NELLA PRATERIA
Chi è nato negli anni ’70 alla frase “Casa nella prateria” associa, immediatamente, la serie televisiva, ambientata nel Minnesota, che con gli occhi della rossa e lentigginosa Laura ci svela un mondo di laghi e di paesaggi sterminati, di sani principi e di valori tradizionali, di unioni familiari e di contatti con gli animali.
Girovagando nel web ho scoperto un’omonimia: un blog chiamato proprio lacasanellaprateria.com. E’ la biografia quotidiana di una famiglia alla ricerca della felicità, che rinuncia alla città italiana, per rifugiarsi e vivere in alta Savoia, tra valli e fiori, alberi e frutti. Per dedicarsi, lentamente, all’essenza del viaggio che è la vita, con sublime riverenza. Tra libri fai da te e ogni sorta di creazione, tra ricette naturali e passioni stagionali.
E lasciatemelo dire, sono proprio convinta che loro compongano una famiglia essenziale: una piccola comunità che sfugge dal superfluo per contaminarsi di creatività e genuina capacità di adattamento. Ho intervistato Claudia, donna, moglie e mamma di questa avventura. E’ lei la curatrice del diario di famiglia on line. E’ lei la mano fatata che condivide con i suoi piccoli la passione per i libri, per la scrittura e per i disegni (ne costruiscono di meravigliosi ed educativi). E’ lei che realizza eleganti Mei Tai per portare con sé la sua bambina. E’ lei che ci svela i suoi segreti per crescerli sereni e pieni di stupori.
Dai suoi post si comprende chiaramente che le esperienze dirette siano il modo migliore per crescere in maniera significativa. I suoi bambini sono sempre impegnati in giochi di fantasia, di creatività. Spesso li vedo toccare terra, frutti, farina, colori. Claudia, ci spiega che tipo di genitori siete? Qual è la vostra filosofia educativa?
Siamo assolutamente convinti che un’infanzia felice sia la base più importante per diventare adulti sani ed equilibrati. Crediamo inoltre che sia importante (per i bambini, ma anche per gli adulti) imparare a conoscere la Terra, con tutto ciò che ha da offrirci, con le cure che richiede, con il ciclo delle stagioni, ecc. Molti bambini oggi non hanno mai visto una mucca o un maiale, non hanno mai raccolto un frutto dall’albero. Questi bambini imparano, sulla carta, a conoscere i pianeti e i dinosauri ma non sanno come si chiama l’albero che cresce di fronte a casa loro. Non sanno che le ciliegie crescono su un albero e le fragole su una piccola piantina. Noi impariamo insieme queste cose ogni giorno. Quest’anno abbiamo coltivato per la prima volta il nostro orto. Abbiamo preparato la terra, seminato, curato i germogli e raccolto i frutti del nostro lavoro. E’ stata una grande soddisfazione (e una grande lezione) per tutti noi.
Cosa ha spinto la sua famiglia a trasferirsi in un posto da fiaba, inebriandosi di luce naturale?
E’ stata una vera propria fuga. Dopo due anni trascorsi a Torino, ci sentivamo soffocare. Abbiamo sentito il bisogno di una svolta. Sentivamo che ci mancava qualcosa, e questo qualcosa era il contatto con la natura.
Tutto ruota intorno ai suoi bambini: la casa è a loro misura, ogni giorno ci riporta attività che li vedono protagonisti, le sue creazioni con stoffa e gomitoli li ricoprono d’attenzione. Lei è proprio una mamma alla quale ispirarsi. Mi vengono in mente frasi del tipo: “io non riesco proprio a tenerlo mio figlio”, “mio figlio frequenta nuoto, calcio e feste”, “il mio bambino è sempre davanti ad un televisore o ai video games”. Claudia qual è il suo segreto? E come fa a conciliare tutto?
Il nostro blog è una finestra sulla nostra vita. Ovviamente apriamo e chiudiamo le tende a nostro piacere. Apriamo quando ci sembra di aver qualcosa da mostrare, qualcosa che sia degno di essere condiviso e che possa essere fonte di ispirazione per altri. Ciò non significa che siamo attivi e creativi 24 ore al giorno, tutti i giorni. Il mio segreto è questo: adoro stare con i miei figli. Quando sono con loro, non vorrei essere in nessun altro posto. Insieme ci divertiamo. Insieme impariamo. Insieme cresciamo, ogni giorno. Ovviamente, come tutte le famiglie normali, abbiamo anche le nostre giornate “no” e i nostri momenti di tensione. Per quanto riguarda le frasi che cita, noi la TV l’abbiamo eliminata anni fa. Guardiamo insieme un DVD appositamente selezionato ogni domenica, il che trasforma il freddo schermo televisivo in un appuntamento atteso e condiviso. I miei figli frequentano rispettivamente un corso di danza (per Gloria) e di capoeira (per Leonardo). Una lezione a settimana, il mercoledì (giorno in cui, qui in Francia, non si va a scuola). Occasionalmente, durante i fine settimana frequentiamo un maneggio. Per quanto riguarda invece il “tenerli”, noi non ci proviamo neanche. Sia in casa che fuori, cerchiamo di lasciarli più liberi possibile. Liberi di correre, di saltare, di bagnarsi, di sporcarsi. A proposito del “conciliare tutto” invece… beh, a questo ho rinunciato da tempo. La nostra casa è sempre sottosopra, ho pile di biancheria da stirare in attesa da mesi e dimentico un sacco di scadenze. Conciliare tutto, ma proprio tutto… non si può.
Lei rimanda spesso a nomi come Montessori e Steiner. Non tutte le madri conoscono simili figure. E’ un’insegnante, una pedagogista o cos’altro?
Sono semplicemente una mamma. Quando mio figlio Leonardo aveva due anni, in vista dell’inizio della scuola materna, ho iniziato ad informarmi sulle varie possibilità. Sono rimasta affascinata dalla pedagogia steineriana, un po’ meno da come viene effettivamente applicata in molte scuole. Anche nelle opere Maria Montessori (molto più conosciuta all’estero che nella sua terra natale, purtroppo) ho trovato spunti molto interessanti.
Claudia possiede anche un negozio on line: dove potete acquistare dei bellissimi Mei Tai. Ci spiega cosa sono?
Il Mei Tai è un portabebé di origine cinese che può essere indossato fin dalla nascita in molte posizioni (pancia a pancia, verso il mondo, sulla schiena, sul fianco…). E’ semplice da usare, leggerissimo, poco ingombrante e, contrariamente ai marsupi in commercio, mantiene il bambino in una posizione fisiologicamente corretta, con le gambe ben divaricate.
I suoi bambini se fossero vissuti a Torino come sarebbero adesso?
Sarebbero più o meno come sono oggi. Il posto in cui si vive è senz’altro importante. Ma la cosa che più conta è il modo in cui si vive. Non voglio assolutamente demonizzare la città. Non è indispensabile vivere in campagna per crescere figli liberi e felici. Basta un po’ di creatività e di buona volontà.
Ci regali qualche saggio consiglio:
Il solo consiglio che mi sento di dare è quello che cerco di applicare ogni giorno con i miei figli: cercare non di plasmarli, ma di accompagnarli nella loro crescita, perché possano sviluppare le proprie potenzialità con meno condizionamenti possibili. E non dimenticare mai che i bambini hanno tanto da insegnarci quanto noi abbiamo da insegnare a loro.
LA CASA NELLA PRATERIA