AFFRONTARE L’EMERGENZA EDUCATIVA
Oggi molte famiglie si trovano sole e disorientate nel rapporto con i figli. Spesso rassegnati o passivi, i genitori hanno poca fiducia del loro operato, a volte convinti che i figli vadano nella direzione opposta rispetto le loro attese, le loro idee e valori.
Questa trasformazione è maturata quando la struttura organizzativa della famiglia è mutata: da una logica gerarchica a una orizzontale, con un potere comparabile di tutti i membri, figli compresi. Il benessere economico e la declinazione dei diritti individuali hanno indotto un’ancor più una significativa mutazione. Il forte potere dei mezzi di comunicazione di massa non lascia il giusto spazio alla riflessione, alla creazione di un giudizio adeguato sulla realtà. Una società complessa quella odierna, caratterizzata da una fragilità dei nuclei famigliari, fragilità sul piano relazionale e valoriale, che spesso determina un fallimento del progetto di vita intrapreso. Famiglie fratturate o ricomposte, dove l’allontanamento dei genitori come coppia, se opportunamente non gestito con maturità e consapevolezza può generare nei figli sentimenti abbandonaci.
Genitori stressati, sempre di corsa, che tentano di demandare la fatica educativa esclusivamente alla scuola. Insieme alla famiglia, sono andate in crisi tutte le altre agenzie educative: oggi sempre più si parla di un’emergenza educativa che riguarda l’intera società.
In questo contesto culturale, i genitori sono chiamati ad una grande responsabilità, che non deve tradursi in un ansia generalizzata, ma deve costituire uno stimolo alla crescita.
Una risorsa importante è data da una comunicazione significativa ed efficace: saper ascoltare per mettersi in sintonia, ascoltare l’altro, saper mettersi in gioco. Nell’educare è fondamentale dare l’esempio, per riuscire in questo occorre essere autentici, cioè vivere e sentire secondo la propria interiorità.
Molti genitori sono invece ossessionati dall’idea di proteggere i figli, da nascondere persino il proprio modo di reagire, inibendo le espressioni più spontanee. Ma un figlio cresciuto con tutti “sì” non conosce la frustrazione né il significato positivo del confrontarsi, ritenendo l’altro un concorrente e mai una risorsa fondamentale per la propria crescita.
L’esercizio dell’autorevolezza implica la necessità di declinare la regola, una spiegazione sul perché: un’educazione senza regole non ha alcuna possibilità di funzionare.
Sono gli stessi bambini che, inconsciamente, chiedono agli adulti di essere autorevoli, coerenti e fermi. Ne hanno bisogno, per crescere senza paura.
Educazione è anche esempio, esempio silenzioso nei mille piccoli significati e gesti della quotidianità; esso compone un lessico familiare che ognuno di noi riconosce come segno distintivo della propria identità.
Articolo scritto dalla dott.ssa Rita Bimbatti, pedagogista e sociologa della salute